Quando diventi campione italiano rimani per sempre segnato sull’albo d’oro. Diventarlo a trentuno anni, dopo aver vinto due medaglie di bronzo da junior nello sci di fondo e una d’argento all’esordio in maratona, ha un sapore indescrivibile.
La preparazione, per la prima volta in questi anni, è stata fatta riducendo i km in modo da non appesantire il fisico, dopo il rientro dall’infortunio. Dal mese di agosto, però, abbiamo iniziato ad aumentare i carichi arrivando a correrne 140/150 nelle tre settimane di ferie estive.
I due test veloci del mese di settembre sono andati oltre le aspettative. Ad inizio del mese, a Canelli, c’erano in programma i campionati Italiani di 10k su strada. Partecipavo per cercare di entrare nelle prime quindici posizioni, visto il livello alto dei concorrenti. Speravo di correre intorno ai 30 minuti o appena sopra.
Nonostante varie cadute di alcuni concorrenti e due partenze a distanza di due ore, il risultato finale mi ha lasciato a bocca aperta. Quarto italiano e sesto assoluto con il tempo di 29.50, corso su un tracciato non del tutto scorrevole.
A quel punto avevo la convinzione di poter scendere sotto l’ora e cinque nella mezza di due settimane dopo in programma a Vinovo.
Però, in quei giorni, il mio fisico non era al meglio. In gara ho iniziato a fare troppa fatica già prima della metà e ho chiuso in 1h05’49” a soli 5 secondi dal personale ma con sensazioni non delle migliori.
Infatti la settimana successiva l’ho passata a letto per una forte tracheite. Quel weekend ho così dovuto rinunciare alla 30 km di Monza togliendo dalla preparazione un bel lungo importante.
Intanto con il mio allenatore Giorgio Rondelli avevamo deciso di rinunciare alla maratona di Valencia per puntare a vincere il titolo italiano in programma a Ravenna il 10 novembre. Ripreso a correre ho recuperato quei 30 km variati correndo da solo, a Milano sul giro dell’ippodromo, con Giorgio che mi seguiva in macchina. Quel giorno mi sentivo incredibilmente bene. Correvo il km forte sul passo di 3.05/3.10 e il km di recupero tra 3.20/3.25 chiudendo i 30 km in 1h37.50 ad una media di 3.15.
A quel punto ho deciso di fare due test a tre e due settimane dalla Maratona.
Il primo, a Cremona, correndo 10 km Pre gara in 37 minuti, la mezza chiusa in 1h07.20 e 5 km finali in 20 minuti, per un totale di 36 km corsi in 2h04.
Il secondo, ad Aosta, correndo la mezza nella mia città facendo 3 km a ritmo medio e 2 km ad un ritmo mezza e chiuso in 1h08.25.
Mi sono così presentato a Ravenna consapevole di poter vincere il mio primo titolo italiano ma con delle incognite sulla mia condizione fisica dopo i 30 km di gara.
Quella mattina ero un po’ teso anche perché non avevo lepri a disposizione. Correre una maratona da solo non è mai piacevole. Così ho cercato di correre a sensazione. I primi 5 km mi sono inserito nel gruppo dei keniani partiti più lenti e transitando in 16 minuti. Poi sono rimasto insieme a due ragazzi della mezza maratona con un buon riscontro di 32.10 circa ai 10 km. Da quel punto, però, sono rimasto solo. Ho recuperato un keniano al km 13 ma staccandolo subito e al km 17 sono riuscito ad agganciarmi ad un altro atleta africano. Con lui abbiamo corso fino al km 28 ma poi si è staccato anche lui lasciandomi solo.
Alla mezza il ritmo era calato un po’ ed il tabellone segnava 1h08.35 però come proiezione finale poteva ancora essere accettabile. Ma dal km 30 ho iniziato a fare una grande fatica a livello muscolare. Mi facevano male i quadricipiti e così ho preferito gestire la fatica andando a vincere il titolo anche se con un dei miei tempi peggiori di sempre.
Ma aver chiuso nuovamente una maratona a distanza di due anni mi dà la carica per poter avvicinare nuovamente il personale nella stagione 2020.
È stata comunque una gran bella stagione e sono molto soddisfatto.
Fino alla fine dell’anno gestirò la preparazione con potenziamento muscolare e salite per recuperare il tono muscolare e nel 2020 proverò a correre nuovamente due maratone, sempre che il fisico me lo permetta.
A presto