Frankfurt Marathon che spettacolo

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La maratona è una distanza strana. C’è a chi piace e a chi no. Non tutti hanno le caratteristiche per correrla perché ci vogliono tanti fattori. A me, invece, i 42.195 metri piacciono veramente tanto.
Non sempre le cose possono andare bene. Ti prepari per mesi con allenamenti pesanti, tanti km (per quanto possibile), tanti sacrifici e devi arrivare al giorno importante nella condizione migliore.
Quel giorno può succedere di trovare condizioni fisiche non ottimali, condizioni climatiche impossibili, gente che non ha i tuoi ritmi e rischi di stare solo per due ore quindi è veramente una disciplina complicata. Però, non è successo a Francoforte domenica scorsa.
Ad Agosto avevo iniziato la preparazione per una maratona autunnale. La scelta doveva cadere su quattro manifestazioni. Venezia (molto affascinante ma dura nell’ultimo tratto con 14 ponti da superare in centro), Francoforte (molto veloce e partecipata), Verbania (campionato italiano 2016) e Firenze (già corsa lo scorso anno ma con nuovo percorso). Durante la preparazione ho iniziato a scartare Firenze per non andare troppo avanti con le settimane visto che iniziavano a scarseggiare le ferie al lavoro. A settembre ero rimasto tra Venezia e Francoforte. Parlando con l’olimpionica Catherine Bertone mi ha detto di avere i contatti giusti per Francoforte visto che aveva già corso per due anni. Così ho aspettato una risposta da parte sua e quando mi ha confermato la possibilità di avere un trattamento da top runner con pettorale, pacer da 68′ alla mezza e pernottamento da venerdì a domenica ho deciso senza chiedere al coach Giorgio Rondelli. La sua idea era quella di fare gli italiani a Verbania ma io volevo correre forte e l’unica gara per farlo era quella tedesca. Così abbiamo pianificato la preparazione per il 30 ottobre. Ogni domenica correvo un lungo oltre i 30 km tra variati e progressivi. Ad ogni lungo le condizioni fisiche aumentavano e a sua volta anche la motivazione. A due settimane ho corso il solito 3×5000+10.000 rec. 1000 sui tempi corsi lo scorso anno prima di Firenze ma con recupero più rapido. A dieci giorni, dopo un buon fartlek sempre sul ritmo maratona, ho iniziato ad accusare un po’ di stanchezza fisica e mentale. La preoccupazione di non arrivare alla gara per influenza o infortunio mi ha bloccato negli ultimi allenamenti. Al mercoledì ho corso l’ultima seduta con 5×2000 più lento di sempre nel pre gara. Ma quando non vado avanti da sette a quattro giorni prima di solito in gara volo. E cosi non ci ho dato peso. Venerdì partenza da Caselle alle 10.45 con arrivo alle 12.15 circa. Ad aspettarmi il servizio navetta della manifestazione che mi ha portato in hotel. Senza capire una parola di tedesco e poche parole di inglese ho cercato di arrangiarmi. In stanza sono finito con un inglese che parlava solo la sua lingua, e anche molto stretto come accento. Ma abbiamo parlato poco, il minimo indispensabile. Per i pasti si prendevano i buoni dagli organizzatori e potevi mangiare tutto quello che volevi. A cena di venerdì ho incontrato gli altri italiani che gareggiavano ossia la veneziana Giovanna Epis del centro sportivo forestale col fidanzato Luca Tocco, ragazzo che corre per la società Toscana delle Alpi Apuane dell’amico Graziano Poli. Così siamo rimasti sempre insieme. Li conoscevo solo di nome ed è stato bello conoscerli meglio. Sono stato proprio bene con loro quei due giorni.
Sabato mattina, dopo una corsetta di 20 minuti ed una buona colazione, abbiamo partecipato alla conferenza dove ci hanno consegnato i pettorali e le borracce per il ristoro personalizzato. A pranzo siamo andati tutti all’Expo in zona arrivo dove abbiamo mangiato al pasta party e poi rientrati in hotel.
Ore 7.00 di domenica mattina suona la sveglia per la colazione. In realtà sarebbero le 8.00 perché nella notte è cambiata l’ora quindi siamo più riposati ed è una buona cosa. Finito di mangiare ho rifinito gli ultimi accorgimenti con olio gambe, interno coscia e sotto le ascelle per limitare lo sfregamento e rischiare meno di farmi sanguinare. Fascia cardio indossata un po’ più alta sui capezzoli in modo da non irritarli (e in maratona si rischia anche di farli sanguinare se non si mettono cerotti o qualcosa che li copra), e poi via verso la zona partenza. Abbiamo una tenda dedicata a noi top runner per lasciare lo zaino che poi verrà portato all’arrivo.

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Ore 10.00 si parte. Sono subito imbottigliato ma riesco a saltare da un lato all’altro per uscire dalla bolgia. Ho individuato il kenyano e il tedesco che devono tirare la gara in 68′ al passaggio metà gara e mi ci metto dietro. Dopo 1 km circa però fremo e non riesco a stare con loro. Mi lancio dietro a due lepri keniane con passaggio 66’30” alla mezza sperando di non saltare. Quando loro vedono che rimaniamo solo io e un etiope si parlano tra loro e chiedono qualcosa a quest’ultimo. Capirò alla mezza che si erano accordati per un passaggio più lento. Gli sto dietro faticando un po’ ma in maratona mi so ascoltare e sento di essere su un ritmo da soglia quindi ci siamo.

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Cerco di non mollarli ma al km 15 sento di essere andato un pelino oltre e decido di lasciare la compagnia. L’etiope ne approfitta (essendo affaticato anche lui) e rallenta con me. Le lepri si adattano e ci aspettano. Li capisco che ci siamo. Gli sto dietro senza guardare avanti. Alla mezza siamo perfetti perché il tabellone segna 1h07’00”. Passaggio Firenze eguagliato e quindi ci proviamo.
Al km 25 inizio a sentire che i kenyani stanno rallentando. Il ritmo sta calando sempre di più ma non so cosa fare. Se li passo e me ne vado rimango solo. Così decido di rimanere dietro. Dal solito ritmo di 3.10/3.13 al km sale a 3.18/3.20! I km passano ed al passaggio al km 30 le due lepri si fermano e siamo una ventina di secondi sopra il tempo di Firenze così prendo una decisione, provo a staccare l’eritreo. Dopo 2 km questo rallenta ed io me ne vado da solo. Inizia il conto alla rovescia. Sembrano gli ultimi 10 giorni dove il sito della manifestazione metteva le foto del percorso con i giorni mancanti. E meno 10 km, meno 9, meno 8, meno 7. Passo il tappeto del km 35 e sono ancora in buona spinta ma purtroppo sono ancora sopra di 20 secondi dal personale. Non mi abbatto perché a Firenze avevo rallentato notevolmente gli ultimi km. Poco dopo passo davanti al nostro hotel e vedo di fronte a me il Festhalle dove, tra una ventina di minuti, ci sarà il traguardo. Ma giro a destra e proseguo. Inizio a seguire la linea blu sulla strada, cioè quella linea che fornisce il tracciato gara. I km iniziano a non passare più tanto e non ragiono più. Però inizia il tratto più centrale di Francoforte ed il tifo diventa infernale. Me la godo correndo in mezzo a questi stradoni che dividono grattacieli immensi. Meno 5, meno 4, meno 3, inizio a non sentire più i piedi ma non mollo. Al km 40 il tabellone segna 2h08’36” quindi sono sotto di 10 secondi. Ebbene sì ho recuperato i 20 secondi e guadagnato 10 quindi 30 secondi in meno negli ultimi 5 km rispetto al tempo di Firenze. Mi gaso e continuo a spingere. Al km 41 svolto sul lungo vialone della partenza e continuo a correre come non mai. Passo sotto la partenza con lo speaker che pronuncia il mio nome. Il tifo è fortissimo, giro l’angolo e proseguo in mezzo ad ali di folla verso il Festhalle. Do un ultimo colpo d’occhio prima dell’ingresso e leggo sul Garmin 2h15’00”. Ci siamo..ultimi 150 metri. Entro dentro ed il boato della gente all’interno di questo teatro mi fa quasi mancare il fiato. Inizio ad incitare il pubblico in modo che aumentino il tifo già enorme. Mando baci al pubblico e taglio il traguardo a braccia aperte guardando il tabellone che segna 2h15’32”. Nuovo personale abbassato di 17 secondi. Scopro solo dopo di essere arrivato decimo. Top Ten a Francoforte. Spaziale. Dopo la doccia, un buon pranzo in hotel ed un thé insieme a Giovanna Epis, Luca Tocco ed i loro amici, incontro il mio “Ambrogio” che mi porta in aereoporto per tornare a casa. A Torino ci sono mio papà e mia mamma che mi aspettano. È andata anche questa.

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Questo risultato è comunque stato possibile grazie a molte persone. Un grazie va a Catherine Bertone e Gabriele Beltrami per aver organizzato tutto con gli organizzatori. Un grazie va alla fabbrica Cogne Acciai Speciali nella quale lavoro. Primo per permettermi di effettuare le ferie nell’ultimo periodo che precede la maratona in modo da doppiare gli allenamenti, secondo togliendomi il turno di notte tranne in casi eccezionali e terzo, soprattutto negli ultimi mesi, affidandomi una mansione meno pesante. Contrariamente da quanto scritto su molti giornali e siti internet, io lavoro in un Treno di Laminazione, reparto a caldo dove si producono rotoli o barre di acciaio. Non lavoro in un altoforno come scritto anche perché non esistono neanche più. Però i turni sottraggono molta energia. Poi devo ringraziare i miei genitori che mi aiutano in ogni particolari e senza di loro non riuscirei ad ottenere questi risultati. Grazie a tutti i tifosi che anche da lontano mi hanno spronato verso il traguardo. Grazie al coach Giorgio Rondelli che nonostante mille impegni cerca sempre di seguire tutti. Grazie agli sponsor Adidas ed Nrc occhiali. Grazie agli amici del Dorando Running Team, del Qt8RondelliProject e tutti gli altri per darmi sempre una mano negli allenamenti. Ora si recupera e poi concentrati verso l’obiettivo Berlino 2017 per provare ad abbattere il murettino delle 2h15′.
Dico murettino visto che qualcuno sui social ha detto se si scherzava ad elogiare un ragazzo da 2h15′. Che i tempi erano quelli corsi da loro alcuni anni fa intorno alle 2h10′. Mi sento solo di precisare che però, questi, facevano i professionisti con oltre 200 km a settimana e recuperi importanti. Non si alzavano alle 4.30 del mattino per andare a lavorare fino alle 14 e dover fare le ripetute con le gambe stanche e gonfie. La sera andavano a dormire sempre alla stessa ora e non dovevano pensare di entrare alle 22 al lavoro per uscire alle 6. Questi parlano solo perché non sanno cosa sia ottenere risultati lavorando. Hanno sempre avuto la pappa pronta dai centri sportivi e dalla federazione.
Quindi io continuo per la mia strada inseguendo un mio piccolo sogno. Se si realizzerà bene altrimenti le mie soddisfazione me le sarò comunque tolte..

Un abbraccio a voi tutti che mi seguite, sperando di non avervi annoiato con le mie storielle.
Auf Wiedersehen

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Informazioni su René Cunéaz

Nato ad Aosta il 14/02/1988 ho iniziato a praticare lo sport con lo sci di fondo all'età di 4 anni. A 14 sono entrato nel comitato regionale ASIVA cercando di svolgere al meglio studio e sport. A 18 anni ho conquistato 2 medaglie di Bronzo ai campionati Italiani Junior nella 10 km a Tecnica Classica e nella Double Pursuit 7.5 km a Tecnica Classica + 7.5 km a Tecnica Libera alle spalle di Dietmar Noeckler e Fabrizio Clementi e davanti a Mattia Pellegrin i quali hanno poi esordito in coppa del mondo. In me nessuno ha creduto e non sono stato preso in considerazione da un centro sportivo. Ho chiuso la mia carriera da fondista col terzo posto alla gran fondo Marcia Gran Paradiso di 45 km a Cogne e ho conseguito il diploma da maestro di sci nordico. Da quel giorno mi sono dedicato, lavorando, all'atletica leggera. I risultati sono migliorati ogni anno su distanze sempre più lunghe fino all'esordio in maratona nel 2014. Questo blog nasce per tenere informati tutti gli amici e appassionati dei miei risultati sportivi. Primati personali: _ 800 - 1'59''32 - Torino 2009 _ 1500 - 3'53''72 - Milano 2012 _ Miglio - 4'29"66 - Aosta 2015 _ 2000 - 5'33''68 - Milano 2013 _ 3000 - 8'16''76 - Milano 2020 _ 3000 siepi - 9'31''07 - Torino 2013 _ 5000 - 14'14''87 - Losanna 2020 _ 10000 - 29'48''94 - Milano 2021 _ 10 km Strada - 29'50" - Canelli 2019 _ Maratonina - 64'55'' - Trino 2020 _ Maratona - 2h12'48'' - Siviglia 2022

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8 commenti su “Frankfurt Marathon che spettacolo

  1. GINO BOSCHET il said:

    Queste storie sono quelle che ci aiutano a credere in noi stessi, a trasformare la fatica in gioia e la costanza in perseveranza. Un elogio a questo grande atleta per la semplicita’ e la naturalezza con la quale ha sviscerato il proprio stato d’ animo, dimostrando che, solo credendoci, i sogni si possono realizzare. Bravo.

  2. Dimitri il said:

    Ciao, sono capitato nel tuo blog per caso , conoscevo il tuo nome per avertiti visto qualche anno fa a Magenta , ma non la tua storia.
    Mi hai fatto emozzionare pensando hai sacrifici che fai per raggiungere certi traguardi e penso che il bello del podismo è che ognuno di noi ha da vincere la proprio sfida con se stesso e storie come la tua aiutano nella vita di tutti i giorni a trovare le motivazioni per allenarsi dopo il lavoro…continua cosi , da oggi faro anche io il tifo per tè!!!

    • René Cunéaz il said:

      Ciao ti ringrazio molto. Lavorare ed allenarsi è dura e come me ce ne sono tanti. Fare i turni in fabbrica non è così facile ma quando hai un obiettivo e vuoi raggiungerlo hai delle motivazioni in più. A me piace anche poter essere di esempio a quei giovani che credono sia difficile ottenere dei risultati lavorando o studiando. Bisogna sempre crederci e se si vuole raggiungere qualcosa bisogna impegnarsi per ottenerlo.
      Grazie ancora
      Un caro saluto

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